martedì 24 maggio 2011

IL TEATRO RIPIEGA SU SE STESSO

Giovedi scorso è andato in scena (è proprio il caso di dirlo) un interessante dibattito sulle potenzialità e le prospettive del Teatro. Fiorenza Menni (Teatrino Clandestino) e Stefano Casi (Teatri di Vita) hanno tracciato un quadro non proprio idilliaco sul ruolo attualmente occupato dal Teatro nel tessuto cittadino bolognese.

Partendo da un discorso di principio in cui il teatro, per una sua identità ontologica, si muove tra passato e presente senza proiettarsi nel futuro, è emerso in modo lampante come non ha possibilità di incidere sulle trasformazioni della società. Il Teatro dovrebbe risultare come un soggetto interlocutore della società, della politica e della cultura, ma l'attuale condizione storico-sociale di Bologna, come di gran parte delle citta italiane, non lo permette.

In un paese dunque in cui la cultura vale zero, il teatro vale meno di zero. E' una constatazione molto forte ma è l'amara verità. L'ancora di salvataggio sono come sempre i giovani e i fermenti che ne conseguono da essi. Non basta stimolarli, è necessario anche che le istituzioni e la città tutta, gliene diano un riconoscimento pieno. Individuare le identità artistiche, investire sulle loro idee e capacità progettuali per porre, seppure in un futuro ancora lontano, le basi di una nuova tradizione teatrale.

Clicca sotto per riascoltare l'intera conversazione:

Ascolta l'audio

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